IMPERATORE GIUSTINIANO


Flavio Pietro Sabbazio Giustiniano nato a Tauresium Illiria il 11 maggio 483; morto a Costantinopoli il 13 o 14 novembre 565, meglio noto come Giustiniano I il grande, fu imperatore dell'Impero Romano d'Oriente dal 1 agosto 527 alla sua morte. Nipote dell'imperatore Giustino I, Flavius Petrus Sabbatius Iustinianus crebbe alla corte di Costantinopoli; nel 518 fu incaricato della cura dell'amministrazione dallo zio, il quale lo nominò suo successore. Nel 523 sposò Teodora, di umili origini, dotata di grande intuito politico, e alla morte dello zio, nel 527, venne eletto imperatore.
Immediatamente dopo l'ascesa al trono, inaugurò una politica volta al consolidamento dei territori imperiali, fuori e dentro i confini. Nel 532 siglò un accordo di pace con la Persia, mentre contemporaneamente incaricò il generale Belisario di sedare un'insurrezione interna (la rivolta di Nika), scoppiata per cause politiche e religiose, durante la quale lo stesso trono di Giustiniano vacillò e fu salvato grazie anche all'intervento di Teodora. Nel 533 un esercito imperiale mosse contro il regno dei vandali nell'Africa del Nord, che venne annesso all'impero nel 534. L'anno seguente un'altra armata imperiale attaccò gli ostrogoti in Italia, ma incontrò una ferrea resistenza e la guerra si protrasse per quasi vent'anni. Una terza campagna, intrapresa questa volta contro i visigoti, assicurò la riconquista della Spagna sudorientale. Così, alla morte di Giustiniano, quasi tutti i territori intorno al bacino del Mediterraneo, che avevano fatto parte dell'originario impero romano, erano stati riuniti sotto la corona bizantina, a eccezione della Gallia e della Spagna settentrionale. Sul fronte orientale, però, le ostilità con la Persia erano riprese (540-545) e nei Balcani la minaccia di slavi, unni e bulgari si faceva sempre più pressante. La volontà espansionistica del re persiano Cosroe era evidente: nel suo splendido palazzo aveva fatto disporre tre troni vuoti: essi erano destinati all'imperatore cinese, al grande Khagan e all'imperatore romano, quando sarebbero venuti a recargli omaggio in qualità di sudditi. Nel 533 Giustiniano aveva concluso un accordo di "pace eterna" con Cosroe, in cambio del versamento di un ingente tributo all'impero persiano. Per avere via libera in occidente e concentrare al massimo l'impegno militare nella guerra contro i Goti, egli non aveva dunque esitato a stipulare un accordo che non solo ledeva il prestigio dell'impero Bizantino e ne indeboliva le risorse finanziarie, ma finiva per incoraggiare le stesse mire dei Persiani. E infatti nel540 Cosroe approfittò dell'impegno bizantino in Italia, penetrò in Siria, distrusse Antiochia e saccheggiò l'Armenia.  Ma i problemi militari per Bisanzio non finivano qua! Contemporaneamente alla minaccia persiana, l'impero dovette difendersi da nuove incursioni barbariche nella penisola balcanica: i Bulgari e gli Slavi devastarono l'illirico e la Tracia;nel536 i Gepidi occuparono l'importantissima città di Sirmio; nel 540 una bellicosa popolazione di origine bulgara si spinse fino alle porte di Costantinopoli e saccheggiò la Macedonia. Ma queste furono solo le prime avvisaglie di un rinnovato pericolo militare nei Balcani, che sarebbero stati devastati nei decenni successivi da un'interminabile serie di incursioni. La pressione nemica sui fronti persiano e barbarico costrinse dunque Bisanzio a rinunciare alla sua aspirazione di riconquistare l'occidente e ripristinare l'unità del mondo romano. Quello di Bisanzio, da ora in poi, sarebbe stato un destino di impero orientale. Meno felice fu, invece, il tentativo di unificazione religiosa dall'impero: oltre che intervenire nel conflitto tra monofisiti e ortodossi, sostenendo questi ultimi, Giustiniano si scontrò con la dura opposizione dei papi di Roma, poco sensibili al suo progetto. In campo religioso Giustiniano si trovò stretto nel dibattito sulla natura di Cristo, duplice o soltanto divina, che impegnava in quegli anni le menti migliori della Chiesa.  L'imperatore tentò una complicata soluzione di compromesso, ma, vista l'opposizione della Chiesa di Roma, non esitò a prelevare il papa con la forza ed a costringerlo ad accettare le risoluzioni di un concilio indetto a Costantinopoli. Gli interventi diretti sul papato, con il ricorso anche alla forza militare, provocarono la diffidenza della Chiesa latina che si trasformò in aperta frattura con la lotta dell'Iconoclasmo, la disputa, cioè, sulla legittimità delle immagini sacre  Nessuno potrà negare taluni aspetti negativi della politica di questo imperatore: per esempio la crudeltà, la sospettosità, il favore mostrato verso funzionari corrotti e incapaci. Particolarmente discutibili furono gli esiti delle sue campagne militari: invece di rafforzare l'economia del paese e difenderne i confini egli si lanciò in avventure belliche che costarono moltissimo sia sotto il profilo economico sia umano e che portarono a conquiste effimere. Ma se oggi molti storici ricordano Giustiniano come una delle figure storiche più importanti dell'epoca lo si deve alla colossale opera legislativa da lui promossa: per organizzare un impero così vasto Giustiniano si propose di creare un sistema legislativo uniforme e incaricò una commissione, presieduta dal giurista Triboniano, di raccogliere e organizzare il diritto romano. Il lavoro di compilazione durò oltre un decennio e la raccolta venne infine incorporata nel Corpus Juris Civilis. Per organizzare un impero così vasto Giustiniano si propose di creare un sistema legislativo uniforme e incaricò una commissione, presieduta dal giurista Triboniano, di raccogliere e organizzare il diritto romano. Il lavoro di compilazione e ricerca di tutte le leggi durò oltre un decennio e la raccolta venne infine incorporata nel Corpus Juris Civilis, chiamato anche Codice giustinianeo, promulgato nel 534 e aggiornato in seguito con nuovi decreti o Novellae. L'opera è ancora oggi alla base del diritto di gran parte dei paesi europei. L'attività di Giustiniano si esplicò in campo artistico, con grandiose costruzioni quali S. Sofia a Costantinopoli e S. Vitale a Ravenna, e soprattutto in campo giuridico, dove, con la collaborazione del ministro Triboniano, fu raccolta, catalogata e commentata tutta la complessa scienza giuridica e legislativa romana. Il suo regno fu illuminato dal successo in ogni impresa e da un'attività prodigiosa in ogni campo. In politica interna Giustiniano, fedele al suo ideale politico di tradizione romana, tese a rafforzare ed a rendere assoluta l'autorità dell'imperatore, riordinando l'amministrazione dello stato in modo che ogni provincia fosse strettamente dipendente dall'autorità centrale. 


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